Sentieri Svizzeri | Proposte escursionistiche • Sentieri Svizzeri

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Godersi un tour in Val Bedretto Nr. 2107
All'Acqua • TI

Godersi un tour in Val Bedretto

Questa breve escursione alla capanna è l’ideale per fare una capatina non troppo impegnativa sul lato soleggiato della valle durante l’inverno ticinese. Sebbene il dislivello da superare sia poco più di 350 metri, c’è tutto il tempo per farlo e il sentiero, tecnicamente facile, si snoda lungo il sentiero escursionistico estivo.
Il percorso per ciaspole che porta alla capanna Piansecco parte da All’Acqua, sul fondo della Val Bedretto, dove la strada del Passo della Novena non viene più sgomberata in inverno. La salita è costante attraverso un bosco non fitto e una famiglia ci impiega una buona ora e mezza. Gli escursionisti giornalieri allenati ci mettono naturalmente meno. Ecco perché il sentiero è spesso battuto e lo si può percorrere bene anche senza ciaspole.
A causa del lungo viaggio attraverso il Ticino, vale la pena pernottare nella capanna. È stata ristrutturata nel 2020. Lo standard alto, le camere piccole e un ristorante ben strutturato non fanno rimpiangere il tipico odore della capanna. La capanna Piansecco è gestita da una cooperativa attiva nel volontariato e il team è attento e cordiale.
Se il giorno dopo si ha voglia di fare una piccola escursione extra, si può raggiungere con le ciaspole il Lago delle Pigne ricoperto dalla neve. Il percorso si snoda su un terrazzamento in un dolce saliscendi. L’area pianeggiante all’inizio è un terreno di gioco ideale per i bambini: dal nascondino al frisbee, i più piccoli si possono divertire in tanti modi tra i massi sparsi qua e là. E circondati dalla suggestiva cornice del Poncione di Cassina Baggio, del Chüebodenhorn e di un cielo blu acciaio, anche i genitori si rilassano prima di riscendere in Val Bedretto attraverso lo stesso sentiero del giorno prima.

L’isola innevata sopra Airolo Nr. 2105
Nante — Pesciüm • TI

L’isola innevata sopra Airolo

Anche quando in Ticino non c’è più neve da tempo, sul versante ombreggiato di Airolo si apre un paesaggio invernale davvero sorprendente. È la regione sciistica più settentrionale del Ticino con la maggior sicurezza di innevamento. È ancora più sorprendente che gli impianti di risalita chiudano già prima di Pasqua.
Il tour inizia a Nante, già solo per fare scorta del formaggio del Caseificio Togni. Si imbocca poi il sentiero per escursionismo invernale fino alla stazione intermedia di Pesciüm, salendo dapprima lungo una stradina a ovest fino all’agglomerato di Culiscio. Si prosegue nella stessa direzione passando sotto la funivia e sulla strada forestale attraverso il bosco. Si attraversa il fosso del Riale dei Sassi e, dopo un tornante a gomito, lo si attraversa di nuovo prima che il sentiero raggiunga l’estesa terrazza panoramica di Pesciüm. Qui l’itinerario svolta a destra sul sentiero per escursionismo invernale che segue il crinale a ovest, ovvero il Sentiero degli Alpi che in estate conduce da un alpe all’altro dove si produce il formaggio. Offre una splendida vista su Passo del San Gottardo, Pizzo Lucendro, Pizzo Rotondo e Chüebodenhorn, le altere cime sovrastanti la Valle Bedretto. Infine, il sentiero per escursionismo invernale devia decisamente in Val Pozzuolo sotto le imponenti pareti del Poncione di Vespero, per poi tornare al bivio, dove si gira a destra. Si sale leggermente, si passa davanti alla corte di Cascina Nuova e si attraversa il terreno irregolare della terrazza panoramica in una serie di saliscendi, fino alla stazione intermedia della funivia.

Attraverso la natura selvaggia della Val Lavizzara Nr. 2104
Mogno, Colonia Pazzalino • TI

Attraverso la natura selvaggia della Val Lavizzara

La natura selvaggia si percepisce già all’arrivo, quando l’AutoPostale si inerpica su stretti tornanti a serpentina, col rischio di rimanere incastrato tra le rocce della gola poco prima di Mogno, se il conducente non guidasse con una precisione millimetrica. Quando la neve si scioglie, la Maggia qui scorre in piena. E dopo, durante la ciaspolata, si scopre il Ri di Vacarisc, il cui gorgoglio si sente anche sotto un normale manto nevoso. A volte al di qua, a volte al di là del corso del torrente, l’itinerario di media difficoltà segue i secolari sentieri alpini in quota, offrendo una splendida vista sul selvaggio fondovalle della Val Lavizzara. In inverno l’alpe Vacarisc di Fuori, destinazione della ciaspolata, è abbandonato. In estate vi si produce il tipico formaggio Vallemaggia. La miscela di 70% latte vaccino e 30% di latte di capra gli conferisce un gusto ineguagliabile.
Si parte dalla fermata dell’AutoPostale «Mogno, Colonia Pazzalino». Si seguono le paline rosa a est attraverso il piccolo comprensorio sciistico. All’altezza dell’imponente paravalanghe, si svolta verso il paese. Vale sicuramente la pena visitare la chiesa di Mario Botta, che si distingue bene da lontano. Superata la chiesa, s’imbocca il sentiero a destra. Passate le case di Mogno, il percorso per ciaspole segue una strada rurale attraverso il bosco, a volte in aree aperte verso nord, salendo per Vacarisc di Dentro fino ai rustici di Vacarisc di Fuori. Gli edifici alpestri si trovano solo un po’ più in alto rispetto alla quota del tanto apprezzato tour estivo del Lago di Mognòla. Tornando indietro per lo stesso sentiero, nei pressi del Ri di Vacarisc vicino a Pir di Sopra, s’imbocca il sentiero superiore per Mogno. Sarebbe fantastico acquistare l’inconfondibile formaggio Vallemaggia, ma quassù in inverno è tutto chiuso e bisognerebbe fare una sosta intermedia a Prato-Sornico che si trova più in basso. Un villaggio da visitare, con il negozio di alimentari forse più autentico del Ticino.

Le selve dell’Alto Malcantone Nr. 2119
Arosio, Paese — Miglieglia, Paese • TI

Le selve dell’Alto Malcantone

Un tempo, nel Malcantone, la castagna era presente sulla tavola pressoché ogni giorno. Salvava le persone dalla fame. I frutti venivano raccolti nelle selve, ovvero i castagneti limitrofi ai villaggi. Nel corso dei secoli, grazie all’utilizzo e alla cura delle selve, ne è nato un paesaggio culturale unico nel suo genere. Lo si può ammirare già percorrendo la tortuosa strada che sale ad Arosio.
Il Sentiero del castagno è dedicato all’omonimo albero. Segnalato con una castagna su fondo giallo, in realtà è un sentiero escursionistico circolare. I pannelli informativi lungo il percorso raccontano la cultura della castagna, dell’albero, del frutto e del loro utilizzo.
L’escursione segue il Sentiero del castagno da Arosio a Breno. Sono graziosi villaggi caratterizzati da vicoli stretti, dove in inverno regna la tranquillità: se si vuole fare una sosta per rifocillarsi, è bene informarsi in anticipo sugli orari di apertura. A Breno, si abbandona il Sentiero del castagno e si imbocca la Via Tortoglio in direzione di Miglieglia. Qui il castagno non regna più sovrano. Poco prima di Miglieglia, il sentiero incrocia la strada principale. Anziché seguirla, scende in una gola e attraversa il torrente. Un’ultima salita e la chiesa di Santo Stefano al Colle di Miglieglia è già visibile.

Im Seilbahnland Nidwalden Nr. 2121
Wirzweli • NW

Im Seilbahnland Nidwalden

Im Sommer ist auf der Dürrenbodenalp viel Betrieb. Kühe weiden, es wird Alpkäse produziert. Im Winter liegt die Alp unter einer Schneedecke. Das Alpleben aber hat sich nicht von der Alp verabschiedet. Auf zwei Alphütten werden bis ins neue Jahr hinein Dutzende Rinder mit dem Heu von der Alp gehirtet. Eine Frage der Ökonomie: damit das Heu im Tal für die Winterfütterung der Kühe reicht.
Auf die Dürrenbodenalp gelangt man im Winter am einfachsten via die Gummenalp, und zwar wie folgt: Nach der Fahrt mit der Gondel zum Wirzweli folgt der kurze Weg geradeaus über die im Winter weiss geräumte Strasse bis zur Talstation der Gummenalpbahn. Als Erstes lockt oben der kurze Abstecher zum Kreuz. Titlis und Walenstöcke sind hier zum Greifen nah. Die Wanderung führt dann am Berggasthaus Gummenalp vorbei über die verschneite Alpstrasse hinunter zur Dürrenbodenalp, wo man vielleicht die Rinder sehen oder hören kann.
Ein Ahornbaum weist nun die Richtung. Der Weg trifft hier auf die ganzjährig geöffnete Wiesenbergstrasse. Der Winterwanderweg lässt diese links liegen und führt hinunter über verschneite Matten zum Berggut Hinter Huismatt und quert wenig später auf der Wirzwelistrasse den Steinibach. Bei der Talstation der Gummenalp schliesst sich der Kreis.

Winterzauber im Lötschental Nr. 2120
Lauchernalp — Wiler (Lötschen), Talstation • VS

Winterzauber im Lötschental

Die Lauchernalp befindet sich im Kerngebiet des Unesco-Weltkulturerbes Jungfrau-Aletsch und ist bekannt für ihre schneesicheren und sonnigen Skipisten. Die breite Fahrstrasse hinunter nach Wiler dient im Winter gleichzeitig als Winterwanderweg, Talabfahrtspiste für die Skifahrer und Schlittelbahn. Das hat den Vorteil, dass sie immer perfekt präpariert und offen ist. Allerdings teilt man sich den Weg mit den anderen Nutzern. Wer den Skifahrern aus dem Weg gehen will, kommt am besten nicht vor 11 Uhr zur Talstation und startet den Abstieg am frühen Nachmittag, bevor die Skifahrer aus dem Skigebiet ins Tal hinuntersausen. Vorher bietet sich der Besuch einer der Restaurantterrassen in dieser hochalpinen Gegend an, die vom majestätischen Bietschhorn dominiert wird.
Die Wanderung beginnt an der Bergstation und führt entlang der Ferienhäuser zum Weiler Fischbiel. Danach verläuft die Route mehrheitlich im lichten Lärchenwald, der besonders nach Neuschneefällen zauberhaft ist. Immer wieder bieten Lichtungen freie Sicht auf die Berge und auf die Lötschenlücke am Ende des Tals.
Wer vor der Heimreise noch Zeit hat, kann einen Rundgang im Bergdorf Wiler unternehmen. Hier hängen an vielen Hausfassaden geschnitzte Masken aus Arvenholz, die an die «Tschäggättä» erinnern, die wilden Gestalten des Lötschentaler Fasnachtsbrauchtums.

Im Baselbieter Tafeljura von Dorf zu Dorf Nr. 2118
Anwil, Dorf — Tecknau • BL

Im Baselbieter Tafeljura von Dorf zu Dorf

Posamentendörfer nannte man diese Dörfer im Baselbieter Tafeljura früher. Weil hier in Heimarbeit Posamenten, Seidenbänder, gewoben wurden. Sie liegen für Nicht-Basler versteckt hinter der ersten Jurakette. Erst der Bau des Hauenstein-Basistunnels (1912–1916) zwischen Olten und Tecknau machte sie einfach und schnell erreichbar.
Und die Reise lohnt sich! Der als «Erlebnispfad passepartout» grün ausgeschilderte Weg führt von Dorf zu Dorf. Er startet in Anwil und führt hinab über das Naturschutzgebiet Tal zu den Talweihern. Nun folgt er der noch jungen Ergolz aufwärts nach Oltingen. Ein Rundgang lohnt sich. Es ist ein hübsches, lebendiges Dorf. Weiter geht es durch einen Hohlweg hinauf zu landwirtschaftlichen Monokulturen. In der Ferne ist die Dunstwolke des Atomkraftwerks Leibstadt zu erkennen. Das Dorf Wenslingen besticht durch seine Obstgärten zwischen den Häusern. Überhaupt sind die Dörfer hier bekannt für ihre Hochstammkulturen. In Anlehnung an ihre frühere Geschichte werden die Produkte aus Steinobst unter der Marke «Posamenter» verkauft. Der letzte Abschnitt dieser Wanderung hinunter nach Tecknau führt noch einmal durch Naturschutzgebiet. Ein zwanzig Meter hoher Wasserfall und die Karsthöhle Bruderloch bilden den Abschluss dieser Baselbieter Wanderung.

Abseits der Pistenhektik auf der Lenzerheide Nr. 2117
Parpan, Post • GR

Abseits der Pistenhektik auf der Lenzerheide

Die Lenzerheide ist eine der beliebtesten Wintersportdestinationen mit unzähligen Skipisten, einer Biathlon- und einer Langlaufarena sowie einem dichten Netz an präparierten Winterwanderwegen und Schneeschuhrouten. Abseits des Trubels, gleich nebenan liegt der Rundweg 207 bei Parpan, ideal für eine gemütliche Winterwanderung bei nicht optimalen Pistenverhältnissen oder zur Erholung nach intensiven Skitagen.
Die Winterwanderung beginnt in Parpan und führt über das Langlaufzentrum zur Alpkäserei Parpan. Während im Sommer durch die grossen Panoramafenster dem Käser bei der Arbeit zugesehen werden kann, bleibt das Käsekessi im Winter kalt. Infotafeln, das Fenster zum Käsekeller und der Selbstbedienungskühlschrank machen die Alpkäserei aber trotzdem zu einem lohnenden Zwischenstopp. Nach einem kurzen Aufstieg zum Tschuggen erreicht man ein kleines Plateau. Bei der Abzweigung Innerberg geht es durch kurze Waldstücke nach Mittelberg, wo der Winterwanderweg auf die Langlaufloipe trifft. Der folgende Abschnitt ist ein gutes Beispiel für die Koexistenz verschiedener Wintersportarten, die vor allem durch gegenseitige Rücksichtnahme funktioniert. Entlang der Loipe geht es zurück zum Langlaufzentrum und nach Parpan.

Winterruhe am Hallwilersee Nr. 2116
Boniswil — Mosen • AG

Winterruhe am Hallwilersee

Im Winter ist es am Hallwilersee still. Die meisten Restaurants und Hotels haben geschlossen. Die Schiffe verbleiben in der Werft. Auch das Schloss Hallwil macht Winterpause. Keine Menschenseele weit und breit. Doch der See hat darob seinen Reiz nicht verloren. Im Gegenteil. Diese Wanderung bietet drei Stunden stilles Vergnügen.
Sie startet in Boniswil. Man quert das Dorf und erreicht schon bald das Boniswiler Ried, an dessen Rand das Schloss Hallwyl steht. Ab hier folgt diese Wanderung dem rechten Seeufer aufwärts, immer der Sonne entgegen. Man kommt dabei an weiteren Rieden vorbei, später an Rebbergen, die vom milden Klima am Wasser profitieren … und immer wieder an Badehäuschen. Doch jetzt im Winter sind sie von Möwen besetzt, und am Ufer entlang schwimmen die Enten ungestört.
Kurz nach dem Wellnesshotel Seerose verlässt der Weg für eine ganze Weile das Seeufer. Der Blick weitet sich nun und reicht bis in die Alpen. Nach Unteräsch führt der Weg wieder hinunter an den See und über das Altmoos nach Mosen und seinem Campingplatz, der gegenüber dem Bahnhof von Mosen liegt.

Appenzeller Panorama vom Kronberg Nr. 2115
Kronberg — Jakobsbad • AI

Appenzeller Panorama vom Kronberg

Die Gipfel der Berge, von der Rigi bis in die Allgäuer Alpen, und gleichzeitig den Alpstein zum Greifen nah: Dieses ganz besondere Panoramaerlebnis bietet der Kronberg. Nicht umsonst ist dieser Gipfel im Kanton Appenzell Innerrhoden bekannt für seine Fernsicht und darum ein beliebtes Reiseziel. Der Ausflug ist besonders an Wintertagen, an denen der Nebel zäh im Tal hockt, eine Reise wert. Sie darf der attraktiven Eisenbahnfahrt mit den Appenzeller Bahnen und womöglich mit dem Voralpenexpress wegen durchaus etwas länger sein.
Den Ausflug zum Kronberg auf der Winterwanderung hinunter nach Jakobsbad zu beenden, setzt dem ganzen Vorhaben erst recht die Krone auf. Der Weg ist auch bei nebligen Verhältnissen gut sichtbar ausgeschildert. Der Abstieg beginnt beim Gipfelkreuz, das man vom Bergrestaurant in nur fünf Minuten erreicht. Er folgt dann der Krete weiter nach Osten, vorbei an der Kapelle St. Jakob, vorbei auch am Berggasthaus Scheidegg mit der wunderbaren Sonnenterrasse, hinunter zur Gallishütte und weiter zum ganzjährig bewohnten Berggut Ros. Ab hier folgt der Weg, vorbei an Appenzeller Bauernhäusern, der Strasse. Diese führt hinunter zur Talstation der Kronbergbahn. Die Bahnstation Jakobsbad liegt gleich gegenüber.

Winterliche Freiberge Nr. 2114
Les Breuleux • JU

Winterliche Freiberge

Diese Schneeschuhwanderung führt im leichten Auf und Ab über jurassische Wytweiden. Es handelt sich dabei um die für die Freiberge typische Kulturlandschaft. Wald und Weiden wechseln sich hier ab, und in den Weiden stehen solitäre, mächtige Tannen, die den Tieren im Sommer Schatten spenden. Wytweiden sind meist Gemeineigentum, auf das die Bauern im Sommer ihre Tiere, Kühe und Pferde, zum freien Auslauf treiben.
Die Wytweiden, die man auf der Wanderung südlich von Les Breuleux durchstreift, könnten schöner nicht sein. Da gibt es keinen Hof und keinen Weiler, stattdessen eine weite, schöne Winterlandschaft. Unterwegs fallen die Windräder auf dem Mont Crosin auf. Von Weitem schon kann man sie sehen und hören. Und man trifft auch auf die dorfeigene kleine Skistation Les Breuleux mit einer Buvette, wo man einkehren und von dort aus den Kindern beim fröhlichen Schlitteln und Skifahren zusehen kann. Alles ganz ohne Beschallung.
Hier ist auch schon die Hälfte der Wanderung erreicht. Der zweite Teil des Schneeschuhtrails führt wieder über Wytweiden. Diesmal sind sie mit Dolinen übersät. Sie sind mit Holzlatten eingezäunt, damit sich kein Tier verletzen kann. Nach einem letzten kurzen Aufstieg erreicht man den Dorfrand von Les Breuleux.

Beatenberg und die verschneiten Berner Alpen Nr. 2113
Beatenberg — Beatenberg, Waldegg • BE

Beatenberg und die verschneiten Berner Alpen

Es ist, als würde man über eine fast endlos lange Aussichtsterrasse wandern, mit Blick entweder auf die Niesenpyramide und auf das Dreigestirn mit dem Schreckhorn links daneben, je nachdem, in welche Richtung man sieht, und den dazwischen ebenso schönen Bergen: Sulegg, Lobhörner, Schwalmere, Doldenhorn, First und Dreispitz. Dieser zehn Kilometer lange Winterwanderweg hoch über dem Thunersee verdient unumwunden die Prädikate «grossartig» und «erhaben».
Die Wanderung beginnt bei der Bergstation der Standseilbahn in Beatenberg. In drei Kehren geht es hinauf zur Alp Bode und zu der Waldstrasse, die nach Waldegg führt. Der Winterwanderweg ist angenehm präpariert, es wandert sich auf ihm durch den stillen, weissen Wald fast wie von selbst. Ab und zu lässt er den Blick auf die Berge zu, aber auch auf die Weiler von Beatenberg, dem Dorf, das sich über fünf Kilometer Länge an die Hänge des Niederhorns schmiegt und sich das längste Dorf der Schweiz rühmt. Erst bei Rischere Bödeli verlässt man den Wald und quert den Sundbach, um nach Rischere Änderbort zu gelangen. Kurze Zeit später erreicht man Waldegg, den östlichen Dorfteil von Beatenberg.

Waadtländer Bergwinter Nr. 2112
Col de Bretaye • VD

Waadtländer Bergwinter

Der Zug lässt Meter um Meter die Zivilisation hinter sich, je höher er sich emporwindet, bis zum Col-de-Bretaye, wo er in eine aufgeregt fröhliche Wintersportwelt eintaucht. Diese Schneeschuhwanderung zum Lac des Chavonnes aber verspricht stille Natur. Sobald das Mayen Morgex und die Piste des Petit-Chamossaire gequert sind, ist man in einer einsamen Winterwelt, und spätestens am Lac des Chavonnes erliegt man ihrem Reiz. Es ist der grösste der vier Bergseen am Col-de-Bretaye, die dem tonigen Untergrund geschuldet sind. Im Hochwinter legen die Berge kalte Schatten auf das Eis. Doch im gleichnamigen Hôtel-Restaurant ist es warm, und die gepflegte Speisekarte lockt.
Weiter geht es auf schmalem Pfad dem Ufer entlang und dann in der Sonne hinauf zur Alpstrasse. Man folgt ihr bis zum Sattel Pt. 1795. Er trennt das Becken des Lac des Chavonnes von der nächsten Geländekammer. Der Schneeschuhtrail zweigt hier nach rechts ab auf den Rückweg.
Zurück auf dem Col-de-Bretaye, bleibt hoffentlich vor der Rückfahrt Zeit, die grandiose Aussicht zu geniessen. Sie reicht von den Waadtländer Alpen, mit Les Diablerets und dem Grand Muveran, bis zum Mont-Blanc-Massiv mit seinen spitzen Bergen und mittendrin der weissen Kuppe, seiner Majestät, dem Mont Blanc, dem höchsten Berg der Alpen.

Betriebsamkeit und Ruhe am Grimselpass Nr. 2019
Handegg, Gelmerbahn — Grimselpass • BE

Betriebsamkeit und Ruhe am Grimselpass

Im Naturschutzgebiet Grimsel herrscht derzeit geschäftige Betriebsamkeit. Schwere Lastwagen bringen Baumaterial den Berg hinauf, Motorräder rasen durch die Kurven und erzeugen dröhnende Geräusche. Unterhalb der Staumauer des Räterichsbodensees arbeiten Bagger und Förderbänder und sortieren Kies nach Grösse. Weiter oben bei der Staumauer Spitallamm stehen zwei riesige Baukräne, die den ganzen Tag Beton in eine Schalung gießen. Die Wanderung von Handegg auf den Grimselpass führt vor Augen, welche Themen die Menschheit derzeit stark beschäftigen: Naturschutz, Energie und Verkehr. Die Wanderung führt immer wieder in ruhige und abgeschiedenen Ecken in einer grossartigen Gebirgslandschaft.

Der Weg von Handegg führt leicht ansteigend über Geröll und durch einen lichten Wald bis zu einer ersten Steinbogenbrücke. Bald wird die noch junge Aare ein zweites Mal überquert, und es folgt eine steile Stufe, die zum Räterichsbodensee führt. Zusammen mit dem Gelmer-, Grimsel-, Oberaar- und Totesee liefert er seit Jahrzehnten Wasser zur Gewinnung von wertvollem Winter- und Sommerstrom. Gelegentlich sind Rufe von Kletterern auf den geneigten, vom Gletscher glattpolierten Granitplatten zu hören. Eine weitere Stufe führt zum Grimselsee, wo das Hospiz auf dem markanten Spittelnollen thront. Eine neue Staumauer wird bis 2025 direkt vor der bestehenden gebaut, da eine Sanierung zu aufwändig gewesen wäre. Der Wanderweg verläuft weiter zwischen See und Passstrasse, bis er schließlich in einigen Kehren den Wasserscheide auf dem Grimselpass auf 2164 m ü. M. erreicht. 

Gipfelerlebnis im Diemtigtal Nr. 2023
Achseten, Kirche — Grimmialp • BE

Gipfelerlebnis im Diemtigtal

«Atemberaubende Aussicht», «überwältigendes Panorama», «Aussichtspunkt erster Klasse»: Zahlreiche Gipfel passen zu diesen Beschreibungen und machen sich in den Herzen der Wandernden und in den sozialen Medien die Goldmedaille um den schönsten Ort zum Bestaunen der Landschaft streitig. Da es keine rein objektiven Kriterien für die Wahl des schönsten Gipfels einer Region gibt, warum nicht den höchsten nehmen? Mit 2652 Metern über Meer überragt die Männliflue den Naturpark Diemtigtal im Kanton Bern. Aber Achtung: Um diese unglaubliche Aussicht geniessen zu können, braucht man einiges an Kondition. Der Aufstieg von Achseten auf die Grimmialp überwindet nämlich ganze 1700 Höhenmeter. Nicht fit genug dafür? Kein Problem. Man kann sich auch mit dem Otterepass «zufriedengeben» und von dort direkt absteigen. So spart man fast 400 Höhenmeter.
Die Wanderung beginnt in Achseten, von wo aus die Route rasch über das Entschligetal steigt. Zu Beginn geht man auf einer Strasse, dann auf einem Weg, der teilweise durch den Wald führt. Auf der Höhe der Otterealp ist es an der Zeit, die Zivilisation mehr und mehr hinter sich zu lassen und aufsteigend in die immer wildere, aber dennoch grüne Landschaft einzutauchen. Beim Überqueren vom Otterepass hilft ein Blick nach oben zur Männliflue, um sich zu entscheiden, ob man den steilen und bei nassem Wetter rutschigen Weg hoch zum Gipfel noch in Angriff nehmen möchte oder lieber direkt zur Alp Mittelberg absteigt. Das einzig Unglückliche dabei ist, dass der letzte Teil des Wegs zur Grimmialp auf hartem Belag verläuft, was für die ohnehin schon ziemlich beanspruchten Beine nicht ganz ohne ist.

Panoramaweg zur Grossen Scheidegg Nr. 2103
Schwarzwaldalp — Grosse Scheidegg • BE

Panoramaweg zur Grossen Scheidegg

Bereits die Anreise löst Glücksgefühle aus: Vorbei am Belle-Époque-Hotel Rosenlaui und den imposanten Felswänden der Engelhörner kriecht das Postauto von Meiringen aus die engen, steilen Kurven hinauf zur Schwarzwaldalp. Im Chalet-Hotel Schwarzwaldalp am Ausgangspunkt der Wanderung darf man sich dann durchaus schon eine Stärkung gönnen – zum Beispiel eine der legendären Cremeschnitten –, bevor es dann auf dem sogenannten Romantikweg in Richtung Hornseewli und Grosse Scheidegg geht.
Nach einem kurzen Stück zurück auf der Passstrasse zweigt der Wanderweg zur Brochhütte ab und steigt gehörig an. Auf den Alpweiden fallen die mächtigen Bergahorne auf, die sich im Herbst spektakulär verfärben und in warmem Gelb zu leuchten beginnen. Je weiter man auf dem Alpsträsschen die Südhänge hinaufsteigt, desto schöner wird auch die Aussicht auf die gegenüberliegenden Bergriesen und Gletscher.
Für einen Abstecher zum Hornseewli verlässt man bei Pfanni den Romantikweg und nimmt noch ein paar Höhenmeter unter die Füsse. Für eine Rast am einsamen Seeli inmitten wunderbarer Blumenwiesen lohnen sich diese alleweil. Danach geht es wieder hinunter zur Alp Scheidegg Oberläger und über eine Kuppe bis Gratschärem. Hier wird der Blick frei auf die Kleine Scheidegg und die bedrohlich-schwarze Eigernordwand. Bis zur Passhöhe der Grossen Scheidegg, wo sich schwitzende Velofahrer gegenseitig auf die Schulter klopfen, ist es nun nicht mehr weit, und die folgende Fahrt mit dem Postauto hinunter ins Gletscherdorf ist mindestens ebenso spektakulär, wie es die Anfahrt war.

Familienwanderung durch Basel Nr. 2102
Basel, Schifflände — Basel, Lange Erlen • BS

Familienwanderung durch Basel

Familienwandern in der Stadt geht auch. Zum Beispiel in Basel. Auf dieser Route jagen sich die Höhepunkte einer nach dem anderen. Bereits zu Beginn steigt man in die Vogel-Gryff-Fähre, auch Klingental-Fähre genannt, und legt ab Richtung Kleinbasel. Auf dem Rhein ist viel los, von Ausflugsbooten bis zu riesigen Frachtschiffen ist allerhand zu sehen.
Am anderen Ufer wandert man rheinabwärts, trifft erst auf den mächtigen Hafenkran, wenig später auf das rote britische Leuchtturmschiff, das hier gestrandet ist und heute als Kulturzentrum dient. Das Schiff wie die Buvette unter dem Kran laden zu einem Halt ein, genauso wie zahlreiche kreative Buden, die auf dem angrenzenden Zwischennutzungsareal Klybeckquai an lauen Sommerabenden Apéros und mehr anbieten. Die Kinder können auf ausgedienten Bahngleisen gehen, bequemer auch auf dem Asphalt.
Der Weg ist nun gesäumt von edlen Flussschiffen, aber auch von kleinen Ausflugsbooten. Bald ist die Halbinsel und an deren Ende das Dreiländereck erreicht. Es geht wieder zurück und kurz danach am Hafenbecken 1 vorbei: Kaum zu glauben, dass sich hier einmal eine zauberhafte Auenlandschaft erstreckt hat, bevor 1922 das Hafenbecken eröffnet wurde.
Ab hier folgt die Wanderung dem Flussbett der Wiese, die Dammpromenade unterquert zahlreiche Brücken von Autobahn und Zug, bevor mit der Langen Erle ein idyllischer Abschnitt beginnt. Durch einen Seiteneingang gelangt die Familie in den Tierpark Lange Erlen, der Eintritt ist gratis, und einkehren kann man auch. Die Wanderung eignet sich auch für Familien mit Kinderwagen.

Familienwanderung bei Bern Nr. 2101
Bern, Elfenau — Bern Flughafen • BE

Familienwanderung bei Bern

Diese Wanderung beginnt in der Elfenau in Bern, bei der Endstation des Busses. Die letzten Häuser von Bern und Muri verschwinden bald, durch eine Allee taucht man ein in den Wald. Die Tour eignet sich gut für Familien: Sie ist auch mit dem Kinderwagen möglich. Im Abstieg zur Bodenackerfähre überquert sie zwei, drei Wurzelstellen, danach ist der gesamte Weg einfach begehbar und führt meist flach der Aare entlang. Laut Berechnung dauert die viereinhalb Kilometer lange Wanderung etwas mehr als eine Stunde – doch mit kleinen Kindern kann es gut länger werden. Die Pause im «Fähribeizli», die Wartezeit bei der Fähre, das Beobachten der Tiere in der Auenlandschaft, die Zvieripause, das Spielen am Wasser und das Beobachten der Flugzeuge im Belpmoos füllen einen kompletten Nachmittag. Die Fahrt mit der Bodenackerfähre ist eindeutig der Höhepunkt der Wanderung: Fünf Teilzeit-Fährleute befördern damit pro Jahr gegen 40'000 Personen über die Aare. Die Fähre wird das ganze Jahr betrieben, nur eine Woche im Februar ist sie in Revision. Heute ist sie die einzige von ehemals vier Gierfähren zwischen Thun und Bern.
Der zweite Teil der Wanderung führt durch das Naturschutzgebiet «Selhofenzopfen» Richtung Flughafen Bern-Belp. Viele «Hündeler» sind unterwegs, Wasservögel und Insekten können beobachtet werden. Der Weg verläuft auf einem Damm zwischen Giesse und Aare. Das Grün des Wassers in Kombination mit dem Schilf und den freigelegten Steinbänken: ein majestätischer Anblick. Die Ebene im Belpmoos weitet sich, und zum Schluss braust ab und zu ein Flugzeug über die Landebahn.

Rundgang auf der Corbetta Nr. 2100
Les Paccots, Les Rosalys — Les Paccots, Ermitage • FR

Rundgang auf der Corbetta

Leistung und Ertrag stehen in einem Top-Verhältnis: eine gute Stunde rauf, eine zweite runter. Dazwischen viel Aussicht und ein 5000 Jahre altes Bergseelein. Am Ziel serviert das traditionelle Restaurant Le Tsalè etwa Fondue moitié-moitié oder Meringues mit Crème double. Wer am Bénichon-Sonntag im Oktober zu Gast ist, wird mit einem traditionellen Festtagsessen verwöhnt.
Die Wanderung beginnt an der Bushaltestelle Les Rosalys in Les Paccots. In der ersten halben Stunde geht es vorbei an Chalets und dem Hotel Les Rosalys in den Wald hinein und über treppenförmige Wurzeln hinauf nach Les Joncs. Vom Parkplatz des kleinen Skigebiets ist der Lac des Joncs nur wenige Minuten entfernt. Der kleine Bergsee bietet seltenen Tier- und Pflanzenarten ein Zuhause. Rechts des Sees beginnt die Rundwanderung zum Gipfel der Corbetta (Circuit par les crêtes). Der steile Aufstieg verläuft mitten über eine Wiese. Rundherum thronen die Gipfel des Teysachaux, des Moléson oder der Dent de Lys. Teilweise sieht man gar bis zur Bergkette der Dents du Midi. Oben angekommen, bietet sich auf der anderen Seite ein Szenenwechsel: Das Auge schweift nun über die Landschaft zwischen Genfer- und Neuenburgersee. Auf 1400 Metern Höhe, dem höchsten Punkt der Corbetta, lädt ein Picknickplatz zur Rast ein. Danach verläuft der Abstieg über Wiesen via Lac des Joncs wieder zum Parkplatz von Les Joncs. Der letzte Abschnitt hinunter zur Bushaltestelle «Les Paccots, Ermitage» führt über Asphalt. Alternativ kann auf der Höhe des grossen Spielplatzes auf den Weg mit Holzschnitzeln ausgewichen werden, der direkt zum Restaurant Le Tsalè führt.

Impressionen in den Freibergen Nr. 2099
Montfaucon, poste — St-Brais, village • JU

Impressionen in den Freibergen

Auf der Grenze zwischen der Schweiz und Frankreich schlängelt sich der Doubs durch die Falten eines zerfurchten Reliefs, reich an vielfältigen und überraschenden Landschaften, die es auf der Wanderung von Montfaucon nach St-Brais zu entdecken gibt.
Das erste Teilstück führt, auf Asphalt, durch Les Enfers – ein wahrlich höllischer Name, hinter dem sich aber ein hübsches jurassisches Bauerndorf verbirgt. Hinunter zum Doubs geht es zunächst zwischen Feldern hindurch und danach auf einem breiten Pfad, der nach einer Waldpassage in eine Lichtung zwischen zwei Hügelzügen mündet. Der weitere Abstieg – diesmal über Weiden – endet in Soubey, wo eine Brücke den Doubs überspannt. Diese Route überquert diese jedoch nicht, sondern folgt dem Flussufer auf Hartbelag in östlicher Richtung, vorbei an einer Mühle aus dem 16. Jahrhundert, die besichtigt werden kann.
Etwas weiter leitet ein Waldweg rechter Hand den Wiederaufstieg ein. Nach ungefähr einem Kilometer biegt, erneut rechts, ein ziemlich steiler Pfad ab, auf dem es hinauf bis zum an den Hang geschmiegten Dörfchen Montfavergier geht. Auf dem nächsten, fast flachen Abschnitt lässt sich noch einmal der Ausblick auf die malerischen Hügel und Täler des Clos du Doubs geniessen. Ab dem Weiler Césai beginnt der nicht allzu lange, aber nahrhafte Schlussaufstieg durch ein letztes Waldstück bis nach St-Brais, Standort der ersten Windräder im Kanton Jura.

Aussichtstour auf die Wiesner Alp Nr. 2098
Davos Wiesen, Kirche — Schmitten (Albula), Innerdorf • GR

Aussichtstour auf die Wiesner Alp

Im Landwassertal oberhalb von Tiefencastel thronen die Dörfer Brienz, Alvaneu, Schmitten und Wiesen alle an einem sonnigen Plätzchen auf kleinen, fast ebenen Terrassen. Und ein paar Hundert Meter höher liegen ihre Maiensäss-Siedlungen. Dazwischen reihen sich Ausläufer um Ausläufer der Berge aneinander.
Diese Wanderung besucht in einem grossen Bogen die Wiesner und die Schmittner Alp und ist auch eine schöne Exkursion in die Geschichte dieses Berggebietes. Im Brüggentobel östlich des Startpunktes Wiesen steht am Bachlauf noch heute das alte Mühlengebäude; kurz darauf trifft man bei einem Picknickplatz auf die alten Mühlsteine. Etwa zwei Stunden nach dem Start ist die Wiesner Alp auf gut 1900 Metern erreicht. Die Alp mit ihren etwa drei Dutzend Holzhäusern liegt wunderbar auf einem kleinen Hochplateau gelegen, und im Herbst ist das Panorama mit den gelben Lärchen, den rötlich gefärbten alpinen Hängen und den frisch eingeschneiten Bergüner Stöcken als Hintergrund kaum zu überbieten. 2007 entwickelte sich hier ein Kaminbrand zu einem Grossbrand, dem 14 der Gebäude zum Opfer fielen. Noch heute erkennt man die neu erbauten Hütten an ihrem helleren Holz.
Etwa eine halbe Stunde weiter und verbunden mit einem beinahe ebenen Weg liegt die Schmittner Alp. Sie ist etwas kleiner, liegt aber ebenso pittoresk auf einer schwach geneigten Terrasse. Der Abstieg nach Schmitten führt am Aussichtspunkt Hirtastock vorbei. Unten in Schmitten fällt auf einem markanten Hügel die Kirche Allerheiligen auf, mit einem barocken Innenraum und einem gotischen Glockenturm.

In den Freiburger Voralpen Nr. 2097
Jaun, Dorf — Riggisalp • FR

In den Freiburger Voralpen

Diese Alpinwanderung in den Freiburger Voralpen überschreitet nicht nur einen Gipfel, sondern auch eine Kulturgrenze. Sie führt über den Gros Brun, zu Deutsch Schopfenspitz, vom oberen französischsprachigen Greyerz in den deutschsprachigen Sensebezirk. Ausgangspunkt ist Jaun in der Vallée de la Jogne. Vor Hunderten von Jahren aus dem Diemtigtal besiedelt, ist dieses oberste Dorf bis heute eine deutschsprachige Enklave.
Von der Busstation geht es zwischen Holzchalets, die an das Diemtigtal erinnern, steil den Berg hinauf. Kurz nachdem die Route das Dorf verlässt, zweigt der Weg nach links ab und steigt zur Alp Untere Jansegg auf. Die Freiburger Voralpen sind steil, bis weit hinauf gibt es Matten, ganz oben sind sie fast senkrecht, felsig, kahl. Der Weg ist ab Punkt 1476 denn auch weiss-blau-weiss ausgeschildert. Er steigt zum gerölligen Hochtal Maischüpfen auf. Die Welt scheint hier stillzustehen, wenn da nicht ab und zu das Rieseln von Steinen zu hören wäre. Über eine mit Seilen gesicherte Passage erreicht man eine Schafweide und kurz darauf den Gipfel des Schopfenspitzes. Der Alpbogen vom Mont-Blanc bis zum Tödi breitet sich vor einem aus: einfach prächtig! Im Abstieg führt diese Wanderung durch den Breccaschlund. Steil und geröllig geht es zur Alp Combi und weiter am Fuss von Fochsen- und Spitzflue entlang dem Breccaschlund hinaus bis zur Alp Stierenberg. Die Landschaft wird nun sanfter. Man durchwandert sie ab der Alp Stierenberg via die Alp Untere Euschels bis hinüber zur Riggisalp. Vom Bärghuus Riggisalp fährt eine Sesselbahn zum Schwarzsee hinunter, was 400 Höhenmeter Abstieg erspart.

Vom Basler Bahnhof auf den Mythen Nr. 2096
Mostelberg — Holzegg • SZ

Vom Basler Bahnhof auf den Mythen

Die Landschaft auf dem monumentalen Gemälde in der Schalterhalle des Bahnhofs Basel ist buchstäblich mythisch: Das Wandbild «Vierwaldstättersee» zeigt die Gipfel der beiden Mythen und den Fronalpstock. Der Kunstmaler Ernst Hodel fertigte es in den 1920er-Jahren an. Seinen Zweck, Reisende für die Schönheit der Schweizer Bergwelt zu begeistern, erfüllt es noch heute: Wer es betrachtet, wird emotional unweigerlich in die dargestellte Landschaft gezogen und vom Fernweh gepackt.
Also ab in den Zug nach Arth-Goldau, von dort mit der S-Bahn nach Sattel und dann per Gondelbahn auf den Mostelberg. Auf einer Asphaltstrasse geht es durch eine Moorlandschaft zur Mostelegg, dann auf einem schönen Höhenweg mit Sicht auf Lauerzersee, Rigi und Vierwaldstättersee zur Haggenegg. Via Zwüschetmythen gelangt man zur Holzegg, wo der Aufstieg zum Gross Mythen beginnt. In insgesamt 47 Kehren – sie sind tatsächlich einzeln nummeriert – führt er auf den Gipfel. Der Weg ist meist unproblematisch, einzelne exponierte Stellen sind mit Ketten oder Geländern gesichert. Der Gipfel bietet eine grossartige Rundsicht vom Säntis über die Glarner und die Urner Alpen bis zu den Berner-Oberland-Bergen und ins Mittelland. Im Dunst der Niederungen erkennt man auch die Gegend von Seelisberg und damit den Standort, den seinerzeit Ernst Hodel einnahm, als er sein Panoramabild schuf. Man ist somit dort angekommen, wo einen das im Basler Bahnhof ausgelöste Fernweh hingezogen hat. Auf der Aufstiegsroute geht es talwärts zurück zur Holzegg und mit der Seilbahn hinunter nach Brunni. Wer noch mag, verlängert die Tour bis zur Rotenfluebahn und fährt über Rickenbach nach Hause.

Windwurfflächen in der Surselva Nr. 2095
Sedrun — Disentis/Mustér • GR

Windwurfflächen in der Surselva

Nirgendwo sonst in der Schweiz zerstörte 1990 der Orkan Vivian so viel Wald wie in der Surselva, im Gebiet von Sedrun, Disentis und Curaglia. Die Spuren dieses Sturms vor über 30 Jahren sind auf dieser Wanderung allgegenwärtig. Die sturmgefällten Bäume wurden damals wegtransportiert, der zerstörte Schutzwald wieder aufgeforstet. Der nachwachsende junge Bergwald unterscheidet sich schon von Weitem deutlich vom Bergwald, der damals verschont geblieben war: Es wachsen mehr Laubbäume, deshalb ist er vielfältiger und sollte kommenden Stürmen besser widerstehen können.
Der grösste Teil der Wanderung folgt der Senda Sursilvana, einem Wanderweg, der in fünf Etappen durch die Region führt. Oberhalb von Sedrun macht die Wanderroute einen Abstecher ins Val Bugnei und hoch in den nachwachsenden Bergwald. Zwischen neu aufgeforsteten Bäumen stehen einzelne alte Fichten, die den Sturm überstanden haben.
Nach dem Abstieg zurück auf die Senda Sursilvana leitet der Höhenweg über Wiesen und Weiden an kleinen Dörfern vorbei nach Disentis mit dem weithin sichtbaren Kloster.